L’ispirazione flamenca nella moda internazionale

Foto: Moschino Y Olé, 2014 (editoriale con scatti di Lucia Giacani)

Chiedete a qualsiasi designer di pensare alla Spagna e immediatamente vi parlerà di pois, di frange, di volant. Il codice estetico del flamenco e del folklore andaluso si è radicato così tanto nella mentalità collettiva da essere diventato un vero e proprio simbolo di identità nazionale, capace di oltrepassare confini e far sognare in ogni angolo del globo. Sarebbe impossibile enumerare in un solo post tutti i casi in cui gli elementi caratteristici della moda flamenca sono finiti sulle passerelle internazionali, per evocare alla prima occhiata un preciso immaginario culturale. Possiamo però – questo sì- cercare di ricordare almeno alcuni tra i più imprescindibili, in un percorso storico che dagli anni ‘90 ci porta fino alle collezioni più attuali.

Vi va di intraprendere questo viaggio con noi?

I PIONIERI: JOHN GALLIANO E JEAN PAUL GAULTIER



Il punto di partenza non possono che essere i pionieri: nomi del calibro di Jean Paul Gaultier o Dior, quando fondava la sua essenza creativa sul genio di John Galliano. 

Nato a Gibilterra da genitori spagnoli, Galliano visitò in prima persona l’atelier della storica firma sivigliana Lina, per apprendere i segreti dei volant e trasferire al proprio universo artistico le intricate strutture che costituivano i meravigliosi abiti che in qualche modo facevano parte del suo stesso background culturale. Abiti, che avevano, del resto, conquistato e sedotto – tra le altre – icone intramontabili come Grace Kelly.

Non fu l’unico, negli anni, a chiedere a Lina di aprirgli le porte ai misteri della Moda Flamenca. Per l’atelier sivigliano sono passati anche  Alice Temperley e, più di recente (a Gennaio di quest’anno) il creativo inglese Jasper Conran

Galliano resta però uno dei casi più emblematici di appropriazione e rispettosa ricreazione dei codici estetici della moda flamenca a livello internazionale. Di fatto, andrebbe studiato anche per questo sui libri di scuola.



Elle France, Febbraio 1997. Abito di Christian Dior Haute Couture by John Galliano


Il risultato delle sue incursioni da Lina si apprezza soprattutto nella collezione Autunno/Inverno 2003, che non avrebbe sfigurato al SIMOF, e nelle proposte Haute Couture per l’autunno del 2007, dove modelle con tanto di mantilla e copricapi da torero ci riportano ad una Spagna da souvenir d’altri tempi.


Dior Couture A/W 2003. Foto: Vogue

Dior Couture A/W 2007. Foto: Vogue

Quanto a Gaultier, le ispirazioni flamenche hanno permeato le sue creazioni durante tutta la sua carriera e fino all’apoteosico addio all’Haute Couture con la collezione Primavera/Estate 2020, con cui ha celebrato – assieme alle sue muse –  le passioni e le ossessioni di 50 anni di attivitá. 

Indimenticabili la gonna rossa a rete presentata per la primavera del 2014, le contaminazioni gitane del 2000 e l’intera collezione che firmó per Hermés alla settimana della moda di Parigi per la primavera/estate 2011. 


Jean Paul Gaultier Couture, primavera 2014



Jean Paul Gaultier Couture, primavera/estate 2000


L’ELEGANZA FLAMENCA DI RALPH LAUREN


Un altro Grande Maestro della reinterpretazione dei codici flamenchi a livello mondiale é senza dubbio Ralph Lauren.

Esemplare in questo senso é stata la sua collezione per la Primavera/Estate 2013, con cui portò a New York le forme, i colori e gli accessori più tipici del folklore andaluso, adattandoli allo stile anni ‘40. Gonne a trapezio, pantaloni gessati, giacchine rubate ai toreri e abiti con maxivolant erano tra i capisaldi di una linea dai cromatismi quasi interamente giocati sul rosso, il bianco e il nero: i tre “Grandi Classici” della palette flamenca. Foulard, cappelli, pochette a forma di ventaglio e orecchini che avremmo indossato volentieri alla feria, andavano a completare il quadro per adeguare lo stile proprio di una ben definita area regionale alle esigenze dei contesti più raffinati.


Ralph Lauren, Primavera/Estate 2013


LE FLAMENCHE ITALIANE DI DOLCE & GABBANA



Se si parla di influenze flamenche nella moda internazionale non si puó, poi, non citare la meravigliosa collezione Primavera/Estate 2015 di Dolce&Gabbana, al contempo congedo e vetta più alta di un’operazione che in tanti hanno definito come “reinvenzione dello spanish folk”.


Dolce&Gabbana, Primavera/Estate 2015


Come afferma il fashion blog flamenco cayecruz.com, dopo quel punto non gli sarebbe rimasto che cimentarsi con la bata de cola, ed era ovvio che non l’avrebbero mai fatto: il grande merito del duo italiano sta, infatti, proprio nell’aver saputo cogliere l’essenza delle ferias andaluse ed adeguarla al gusto italiano, avendo sempre nel Pret a Porter la destinazione principale. A Dolce&Gabbana non è mai interessato conquistare teatri e tablao, quanto portare il tablao sulle strade nel nostro Paese – meglio ancora se fondendolo a tratti con le tradizioni del nostro Sud.

Quando gli stilisti presentarono in passerella la collezione in oggetto, si parlò, senza giri di parole, di  “flamenche italiane”. In realtà, però, il loro lavoro andava molto più in là, pescando a piene mani dal folklore andaluso più tradizionale. Capo iconico e che é rimasto nel tempo é la gonna a pois bianca e nera coi volant, elegantissima  abbinata al top nero, e protagonista di foto di street style bellissime con protagonista Lisa Grendene per le strade di Milano. Ricordiamo poi il sensuale – e prima di allora insolito –  abbinamento della giacca torera con gli short, la profusione di rosso e di garofani sulle fantasie degli abiti e i capi ispirati al Mantón de Manila.


Dolce&Gabbana, Primavera/Estate 2015



Lisa Grendene per Dolce&Gabbana



LA MINI FLAMENCA E LA SPAGNA SOGNATA DA MOSCHINO



Ai più attenti non sarà sfuggito il Moschino “Español” della Primavera/Estate 2020. Jeremy Scott ha portato infatti alla Milano Fashion Week una linea ispirata all’arte di Picasso, scegliendo Rosalía come accompagnamento musicale. I capi presentati in passerella non reinterpretavano però solo i grandi capolavori del Genio malagueño, ma anche la quotidianità in cui l’artista é nato e cresciuto. La sfilata ci ha regalato così la versione “mini”, innovativa  e sensualissima del più tradizionale traje da gitana: roba che avrebbe fatto impallidire Marisol.


Moschino Ready To Wear Primavera/Estate 2020 (foto: Vogue)

Non é stata certo la prima volta che Moschino ha preso il flamenco e le tradizioni spagnole come punto di riferimento. Basti pensare, a titolo di esempio, alla collezione tutta balze del 2014. La linea venne presentata sulla stampa tramite l’editoriale “Moschino y Olé”, interamente ambientato in un contesto tradizionale andaluso.






Editoriale “Moschino y Olé”, 2014, a cura della Fashion Editor Alba Melendo e Rory Rice con foto di Lucia Giacani.

SARAH JESSICA PARKER “TORERA” PER GUCCI


E, parlando di editoriali, come dimenticare la Sarah Jessica Parker Torera vestita Gucci da capo a piedi! Le foto furono pubblicate nel 2011 sul settimanale spagnolo S Moda e, come prevedibile, fecero subito il giro del globo. Tra giacche degne di un’arena e mantillas da Semana Santa, spiccava l’elegantissimo abito lungo con gonna semi-trasparente e corpetto di petali rossi che la firma italiana aveva disegnato prendendo a prestito i simboli e i colori del Sud spagnolo. Del resto, solo un anno prima persino le modelle di Victoria’s Secret avevano sfilato con enormi peinetas in testa…


Sarah Jessica Parker per S Moda (abito di Gucci) 

Tantissimi sono stati i servizi fotografici a tema andaluso firmati da Mario Testino per Vogue, che ospitavano capi di firme come Guy Laroche, Tom Ford, o Burberry. 


Mario Testino, La Vie en Pose, Vogue US Dicembre 2000



LE ISPIRAZIONI FLAMENCHE OGGI



Che il folklore andaluso sia una fonte d’ispirazione pressoché inesauribile per i designer di tutto il mondo, lo dimostrano anche le passerelle più recenti. Per la Primavera/Estate 2020, Dries Van Noten e Christian Lacroix hanno realizzato una collezione a quattro mani piena di pois e gonne “flamenche” fluttuanti. Se la visione minimalista di Van Noten sembrava, sulla carta, avere poco a che fare con la personalità esuberante di Lacroix, il risultato é stato invece spettacolare, dimostrando che l’unione degli opposti é spesso ciò che serve per trovare l’equilibrio.


Del resto,  le strizzate d’occhio all’universo iberico non sono una novità per Lacroix, che é stato – pure lui –  uno dei primissimi ad avere trasferito l’immaginario della feria su capi da indossare al di fuori delle feste popolari. 


Dries Van Noten e Christian Lacroix , Primavera/Estate 2020. Foto: Vogue



Impossibile non trovare, poi, qualche eco flamenco nelle fantasie a fiori e pois, nei volant e nei volumi esagerati proposti da Richard Quinn alle sfilate Autunno/Inverno 2020-21. Viste le premesse, c’é da aspettarsi un certo “condimento flamenco” anche alle prossime fashion week (e per molti, molti anni a venire). 


Richard Quinn, Autunno/Inverno 2020. Foto: Vogue

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